La Comunità Europea ha stabilito un elenco di norme atte a mantenere all’interno degli ambienti di lavoro la sicurezza dei lavoratori, che prevedono rigide procedure da rispettare dal punto di vista della struttura dei locali, dei dispositivi che i lavoratori devono indossare durante l’orario di lavoro, ma soprattutto dal punto di vista dei macchinari meccanici.
In particolare, questi ultimi devono essere in linea con parametri di sicurezza precisi, di cui ci occuperemo in questa sede in maniera più approfondita.La Direttiva Macchine 2006/42/CE è stata approvata il 17 Maggio del 2006 dall’Unione Europea, ed è stata recepita dal Governo Italiano nel 2010 mediante il DDL n°17; comporta una serie di modifiche da applicare ai macchinari al fine di rispettare la sicurezza dei lavoratori all’interno delle officine e dei luoghi di produzione.
La Direttiva Macchine va applicata alle
seguenti tipologie di dispositivi:
La Direttiva Macchine comporta l’aggiornamento di tutte le macchine e le quasi-macchine, nonché di tutti i dispositivi sopraccitati, in modo tale da rispondere ai criteri di sicurezza previsti, mediante l’inserimento di fotocellule di blocco, dispositivi di arresto di emergenza, barriere di protezione, ma anche rispettando la distanza di sicurezza tra macchina e lavoratore.
Inoltre, ogni dispositivo deve esser valutato da Enti che devono certificare la conformità ai requisiti della Direttiva stessa.
Per quanto riguarda nello specifico le macchine, queste devono essere dotate del marchio CE di conformità, devono recare l’anno di costruzione, il nome del fabbricante e il numero di serie per la tracciabilità, nonché avere tutte le dotazioni di sicurezza e i cartelli che avvertono sulla relativa pericolosità di utilizzo. Infine devono essere corredate da un apposito Fascicolo Tecnico di Costruzione.
Per le quasi-macchine, invece, occorre essere in possesso della Documentazione Tecnica relativa ad esse.Con il mondo della tecnologia in costante evoluzione, i laser a fibra si sono rapidamente imposti nel campo del taglio e della saldatura di precisione. Questi laser consentono, infatti, di eseguire sottilissime saldature anche su lunghe distanze di lavorazione, risultando così una scelta sempre più richiesta da parte delle attività industriali operative nei settori della metalmeccanica e della siderurgia.
Di fatto, i laser a fibra sono predisposti a supportare ogni tipo di processo di produzione, poiché dotati di generatore a fibra con integrate tutte le ultime applicazioni tecnologiche. Essi permettono, pertanto, la lavorazione di rame, ottone oppure titanio consentendo una configurazione d'intervento ottimale attraverso software di ultima generazione, appositamente elaborati per gestire la lavorazione di metalli e non.
Le macchine per il taglio laser a fibra montano una testa con un sistema di lenti che focalizza il raggio laser in un punto preciso, così da facilitare e ottimizzare il taglio; si muovono generalmente su tre assi, permettendo il taglio dei metalli tramite una sorgente laser trasmessa su un sistema di fibra ottica. Il paragone, in termini di rendimento, con le macchine a gas è completamente sbilanciato a favore dei laser a fibra ottica, per i quali è stato valutato un rendimento di circa cento volte superiore.
La metallurgia, disciplina che riguarda lo studio e la lavorazione dei metalli, è ancora oggi un settore di fondamentale importanza nell'ambito della produzione industriale. A ben vedere, le prime tecniche metallurgiche sono nate addirittura in ambito preistorico, specificamente durante l'età del rame (quando si iniziarono a lavorare metalli come il rame, l'oro e l'argento), a testimonianza della grande importanza che i metalli hanno sempre rivestito nel quadro della società umana.
Il comparto della metallurgia italiana, in particolare, svolge un ruolo importante nell'economia del sistema-Italia sia in termini di occupazione che di scambio internazionale, sebbene solo nel secondo dopoguerra abbia iniziato a svolgere un ruolo di primo piano nel panorama produttivo nazionale. In questo contesto, l'interventismo statale del tempo è stato essenziale per consentire l'evoluzione della metallurgia in Italia.
Dal punto di vista della geolocalizzazione industriale, le principali industrie metallurgiche italiane si trovano nel nord del paese, soprattutto nella Pianura Padana. La rete produttiva, comunque, si estende anche ad altre realtà territoriali del Centro e del Sud Italia, dove si possono trovare imprese che sono riuscite a stabilirsi non solo nell'ambito della rete industriale nazionale, ma anche in quella internazionale.
Dal 2014 la realizzazione di strutture in acciaio è regolata dalla normativa europea UNI EN 1090 (Direttiva Europea 89/106/CEE), alle cui disposizioni sono sottoposte tutte le carpenterie metalliche, che in base ad esse hanno l'obbligo di apporre il marchio CE a tutta la produzione proveniente dalle loro officine. Nello specifico, tale regolamentazione ha lo scopo di determinare i requisiti per la valutazione di conformità delle strutture in acciaio e alluminio, sia in ambito civile che industriale.
In particolare, la normativa per strutture in acciaio UNI EN 1090 è divisa in due parti: la prima, entrata in vigore nel 2011, si occupa della definizione dei requisiti di conformità; la seconda, anche nota come UNI EN 1090-2, riguarda le procedure di esecuzione e i requisiti tecnici connessi alle strutture metalliche o in acciaio. Bisogna considerare che l’applicazione della UNI EN 1090-1 comporta il rispetto da parte delle officine di carpenteria metallica anche delle norme UNI EN 1090-2.