La piegatura della lamiera è una particolare lavorazione che provoca la deformazione permanente del pezzo esercitando su di esso una flessione. Il procedimento richiede l'osservanza di alcuni accorgimenti per garantirne il buon esito. Innanzitutto si rivela fondamentale la scelta del metallo, che deve essere sufficientemente plastico in modo da non causare rotture in concomitanza con la linea di piegatura. Estremamente importanti sono inoltre l'individuazione e la correzione del ritorno elastico, provocato dalle tensioni interne al materiale che inevitabilmente si creano una volta avvenuta la piegatura.
Una delle tecniche di piegatura della lamiera che trova più larga diffusione è quella che viene chiamata in aria: per eseguirla si usa un punzone che pressa il pezzo metallico in una matrice inferiore dalla forma a V. L'angolo di piega è determinato dalla profondità alla quale la lamiera viene spinta dal punzone.
Questo procedimento comporta due oggettivi vantaggi. Innanzitutto richiede minore forza rispetto ad altre lavorazioni e consente quindi di effettuare la piegatura anche di lamiere di grosso spessore. In secondo luogo offre la possibilità di ottenere angolature diverse di piega utilizzando gli stessi utensili.
Il principale ostacolo, invece, è rappresentato dalla difficoltà di calcolare la giusta profondità di penetrazione del punzone, in modo tale da compensare il ritorno elastico. Il ricorso a una pressa piegatrice di ultima generazione è la soluzione ideale per ottenere il massimo dal punto di vista qualitativo.
Oltre alla piegatura in aria, in ambito industriale si ricorre frequentemente ad altre due tecniche per ottenere la deformazione di un pezzo metallico: si tratta della coniatura (detta anche piega a fondo cava) e della schiacciata (o appiattimento).
Nella prima il punzone pressa completamente la lamiera fino al raggiungimento del fondo cavo della matrice. Questa metodologia assicura grande precisione e consente di ottenere angoli inferiori rispetto alla piega in aria, anche se a differenza di questa richiede maggiore forza e l'utilizzo di utensili diversi.
La tecnica ad appiattimento, invece, prevede due fasi: dopo una piegatura in aria che possiamo definire preliminare e nella quale la lamiera viene deformata con un'angolatura compresa tra i 26° e i 35°, si procede a una successiva schiacciatura (totale o parziale) della lamiera mediante l'utilizzo di apposite presse.
Con il mondo della tecnologia in costante evoluzione, i laser a fibra si sono rapidamente imposti nel campo del taglio e della saldatura di precisione. Questi laser consentono, infatti, di eseguire sottilissime saldature anche su lunghe distanze di lavorazione, risultando così una scelta sempre più richiesta da parte delle attività industriali operative nei settori della metalmeccanica e della siderurgia.
Di fatto, i laser a fibra sono predisposti a supportare ogni tipo di processo di produzione, poiché dotati di generatore a fibra con integrate tutte le ultime applicazioni tecnologiche. Essi permettono, pertanto, la lavorazione di rame, ottone oppure titanio consentendo una configurazione d'intervento ottimale attraverso software di ultima generazione, appositamente elaborati per gestire la lavorazione di metalli e non.
Le macchine per il taglio laser a fibra montano una testa con un sistema di lenti che focalizza il raggio laser in un punto preciso, così da facilitare e ottimizzare il taglio; si muovono generalmente su tre assi, permettendo il taglio dei metalli tramite una sorgente laser trasmessa su un sistema di fibra ottica. Il paragone, in termini di rendimento, con le macchine a gas è completamente sbilanciato a favore dei laser a fibra ottica, per i quali è stato valutato un rendimento di circa cento volte superiore.
La metallurgia, disciplina che riguarda lo studio e la lavorazione dei metalli, è ancora oggi un settore di fondamentale importanza nell'ambito della produzione industriale. A ben vedere, le prime tecniche metallurgiche sono nate addirittura in ambito preistorico, specificamente durante l'età del rame (quando si iniziarono a lavorare metalli come il rame, l'oro e l'argento), a testimonianza della grande importanza che i metalli hanno sempre rivestito nel quadro della società umana.
Il comparto della metallurgia italiana, in particolare, svolge un ruolo importante nell'economia del sistema-Italia sia in termini di occupazione che di scambio internazionale, sebbene solo nel secondo dopoguerra abbia iniziato a svolgere un ruolo di primo piano nel panorama produttivo nazionale. In questo contesto, l'interventismo statale del tempo è stato essenziale per consentire l'evoluzione della metallurgia in Italia.
Dal punto di vista della geolocalizzazione industriale, le principali industrie metallurgiche italiane si trovano nel nord del paese, soprattutto nella Pianura Padana. La rete produttiva, comunque, si estende anche ad altre realtà territoriali del Centro e del Sud Italia, dove si possono trovare imprese che sono riuscite a stabilirsi non solo nell'ambito della rete industriale nazionale, ma anche in quella internazionale.
Dal 2014 la realizzazione di strutture in acciaio è regolata dalla normativa europea UNI EN 1090 (Direttiva Europea 89/106/CEE), alle cui disposizioni sono sottoposte tutte le carpenterie metalliche, che in base ad esse hanno l'obbligo di apporre il marchio CE a tutta la produzione proveniente dalle loro officine. Nello specifico, tale regolamentazione ha lo scopo di determinare i requisiti per la valutazione di conformità delle strutture in acciaio e alluminio, sia in ambito civile che industriale.
In particolare, la normativa per strutture in acciaio UNI EN 1090 è divisa in due parti: la prima, entrata in vigore nel 2011, si occupa della definizione dei requisiti di conformità; la seconda, anche nota come UNI EN 1090-2, riguarda le procedure di esecuzione e i requisiti tecnici connessi alle strutture metalliche o in acciaio. Bisogna considerare che l’applicazione della UNI EN 1090-1 comporta il rispetto da parte delle officine di carpenteria metallica anche delle norme UNI EN 1090-2.